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Nicole Cornu è responsabile della formazione di base dei 28'000 apprendisti impiegati di commercio in Svizzera. Risponde regolarmente alle domande delle apprendiste e degli apprendisti nella rubrica «Sorgenecke» della rivista 20 Minuti. Allo stesso tempo, come docente di pratica professionale in seno alla Società impiegati di commercio (SIC), si occupa dei sei apprendisti. Da questo punto di vista, trae un bilancio intermedio.

L’insegnamento in presenza nella scuola dell’obbligo ha ripreso progressivamente dall’11 maggio. È l’occasione questa per trarre un bilancio intermedio sulla collaborazione tra cantoni e Confederazione nell'ambito dell’insegnamento a distanza. Intervista a Josef Widmer, vicedirettore della Segreteria di Stato per la formazione, la ricerca e l’innovazione (SEFRI).

«Sono una persona che ha bisogno di una formatrice, che mi sia d'aiuto per comprendere le circostanze» dice Anna. Per lei e per gli altri studenti, l’insegnamento a distanza presenta nuove sfide nella loro formazione di futuri insegnanti. Silja Rüedi, vicerettore e responsabile della formazione presso l’Alta scuola pedagogica di Zurigo, espone il suo punto di vista sulla formazione degli insegnanti.

In tempi in cui l’insegnamento in presenza è stato soppresso, i modelli delle relazioni interpersonali abituali tra gli insegnanti e gli studenti si perdono nei processi di apprendimento. Questo rende ancora più importante intraprendere dei nuovi percorsi umano-digitali. Tre le domande poste a Romain Lanners, direttore del Centro svizzero di pedagogia speciale CSPS.

Il Consiglio federale questa settimana ha confermato l’intenzione di autorizzare l’insegnamento in presenza a partire dall’11 maggio. Fin dall’inizio della crisi del coronavirus, l’agenzia specializzata Educa sostiene le autorità federali e cantonali competenti in materia di educazione. Prima di passare alla fase successiva, il direttore Toni Ritz vi invita a fare un passo indietro nel tempo: cosa porteremo con noi nel futuro del turbolento 2020?

Philipp Zimmer è direttore della scuola elementare di Wigoltingen. Commenta regolarmente sui social media questioni relative allo sviluppo della scuola nel contesto della digitalizzazione. Come ha vissuto nella sua scuola l’improvviso cambiamento dell’insegnamento a distanza? A che punto si trova il collegio docenti in questo percorso improvvisamente accelerato? Prende posizione e azzarda delle prospettive.

Stefan Wolter, in qualità di «ricercatore di punta nell’educazione» a livello nazionale, ha una spiccata sensibilità alle tendenze, ai processi e ai blocchi del panorama educativo. In questa prospettiva, si chiede cosa accadrà dopo le settimane trascorse nell'inatteso «bagno di digitalizzazione».

I centri didattici e le mediateche sono i centri per le risorse didattiche. Sono pure dei punti d’osservazione privilegiati per rilevare i cambiamenti che avvengono nelle pratiche d’apprendimento e d’insegnamento. Le responsabili dei centri di Berna e di Friburgo descrivono le loro esperienze in merito alle risorse didattiche digitali e analogiche durante il periodo Corona.

L’utilizzo delle tecnologie digitali può migliorare l’accesso ai contenuti d’apprendimento per gli allievi che hanno bisogni educativi particolari (nel campo dell’udito, della vista, della motricità, dell’apprendimento, del comportamento o cognitivo). Tuttavia, soprattutto in questo momento in cui l’insegnamento in classe è sospeso, si presentano tre sfide importanti in questo ambito.

La messa in pratica dell’insegnamento a distanza deve tener conto della protezione dei dati. Bruno Baeriswyl, incaricato per la protezione dei dati del canton Zurigo, e membro della privatim, la Conferenza degli incaricati svizzeri per la protezione dei dati, risponde a tre domande.