Le tecnologie dell'informazione e della comunicazione si trovano in tutti i piani di studio e sono previste per una navigazione in acque calme. Questo tsunami ricorda a tutti la portata dei concetti trattati. Stiamo parlando di tecnica, burotica, internet, insegnamento a distanza, e-learning, blended learning (una forma che associa formazione in classe e apprendimento online)? La scuola, all’improvviso, passa all’insegnamento a distanza e sorgono numerose domande: l’attrezzatura tecnica delle scuole, del corpo insegnante e delle famiglie è adeguata? Le disparità sociali aumenteranno ulteriormente? Come e cosa evolve? Quale margine di manovra (di responsabilità) bisogna lasciare agli allievi nella gestione del loro tempo e del loro apprendimento…?

Insegnamento a distanza e/o insegnamento in presenza?

Una delle tematiche della scuola, che dovrebbe sopravvivere alla pandemia, è quella della ricerca di complementarietà tra insegnamento a distanza e insegnamento in presenza. L’insegnamento a distanza ha innegabili vantaggi, ma non sostituisce i benefici di quello in presenza. Quali sono le ricadute, per l’insegnante e l’allievo, tra l’insegnare in classe e sul campo? Per essere previsto come un progetto pedagogico globale, percepito dall’allievo come un percorso omogeneo e coerente, è essenziale che l’insegnamento in presenza e l’insegnamento a distanza siano concepiti, prodotti e organizzati da team comuni. La scuola deve essere più in sintonia con le esigenze della società, così come quelle degli allievi e adattarsi alle nuove necessità.

Bozza di tabella comparativa: ciò che permettono l’insegnamento a distanza e l'insegnamento in presenza o ciò che si deve prevedere

Tabella

La scuola, spazio di decelerazione

Per il filosofo e sociologo tedesco Hartmut Rosa, «l’accelerazione permette di guadagnare tempo libero se e soltanto la quantità di attività resta la stessa. Ma non è il caso (…) Il numero di azioni per unità di tempo non ha cessato di aumentare dall’inizio dell’era industriale». Viviamo uno sfasamento del tempo con, da una parte, i fastfood, lo speed-dating, il multitasking, la turbosiesta, ecc. e le tecnologie che permettono di economizzare del tempo, e d’altra parte, ciò di cui necessita la natura per assicurare i cicli biogeochimici e la natura umana i suoi ritmi biologici (ormoni, sonno, fame,…).

La scuola vive questo disorientamento. Secondo Philippe Meirieu, specialista francese in scienze dell’educazione e pedagogo, «l’educazione è perdere del tempo per guadagnarne», e per «favorire il tempo lungo in un’epoca dove gli allievi sono immersi nell’immediatezza, la scuola deve diventare uno spazio di decelerazione, di tregua all’immediatezza, uno spazio dove si impara a riflettere, a pensare, a documentarsi». La scuola deve «insegnare all’allievo a capire».

Per personificare uno spazio di decelerazione, facendo ricorso alle tecnologie dell’immediatezza (informazioni, risultati), la scuola può potenziare i lavori sul campo che valorizzano la pratica del lungo periodo, il rispetto dei ritmi naturali e sociali e la messa in discussione dei valori fondamentali: giardinaggio, osservazione delle stagioni, migrazione, cicli vegetali, elezioni, scelte politiche e d’investimento, processi democratici… Il lungo periodo genera un’attenzione sostenibile su un oggetto d’apprendimento per accedere a conoscenze e competenze più integrate.
Le competenze ESS per imparare ad affrontare l’incertezza

La pandemia ci mostra che le nostre società hanno l'ambizione di ridurre l'onnipresenza dell'incertezza. Lo sviluppo sostenibile, è in particolare affrontare l’incertezza, stabilire il principio di precauzione come priorità della società. L’educazione in vista di uno sviluppo sostenibile (ESS) mira ad implementare questo nuovo modello di società, utilizzando una varietà di competenze chiave che la scuola contribuisce a far acquisire.

  • Pensiero dei sistemi: comprendere le interdipendenze tra gli elementi dei sistemi sociali, ambientali ed economici.
  • Pensare e agire con lungimiranza: associare le visioni del futuro con le strategie d’azione, delle decisioni e i loro effetti, conseguenze e potenziali rischi.
  • Costruire delle conoscenze interdisciplinari che tengano conto delle diverse prospettive: conoscenze essenziali, costruite e influenzate dal contesto, riunite in un approccio interdisciplinare individuale e collettivo.
  • Cambiare prospettiva: collaborare con persone di differenti gruppi d’interesse per trovare un percorso comune. Riflettere su propri valori e su quelli degli altri: modi di pensare, valori, attitudini hanno origini diverse e sono alla base dell’idea della sostenibilità.
  • Pensare in modo critico e costruttivo: sviluppare delle soluzioni innovative per andare oltre le conoscenze correnti.

Trovare una «giusta via di mezzo»

Valorizzando l’acquisizione di competenze, ossia di un «saper navigare», la scuola assicura una diversità di pratiche tra l’insegnamento in presenza e quello a distanza, fa ricorso agli strumenti d’accelerazione per lasciare il tempo alla decelerazione, alla riflessione e allo spirito critico. E ai ritmi biologici dei giovani studenti. La ricerca di una sorta di «giusta via di mezzo» (de Boeck, 2015).

Se deve rimanere qualcosa della pandemia, è l'accettazione del fatto che dobbiamo mettere in discussione i nostri modelli di società e che la scuola avrà un ruolo centrale in questo. Tutti gli specialisti presenti sui media dall’inizio della pandemia, hanno ribadito quanto sia incerto il futuro e concordano che questa incertezza ci accompagnerà ancora per molto tempo. Consolidare l’acquisizione delle competenze ESS permetterà alla scuola di giocare pienamente il suo ruolo di formazione delle generazioni attuali e di quelle future. In futuro per evitare gli stessi errori «la scuola deve essere un luogo di decelerazione e non una corsa a ostacoli o un allenamento permanente volto a superare dei test standardizzati» (Ph. Meirieu).

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